Linea di successione al trono di Monaco

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Lo stemma della monarchia monegasca

La linea di successione al trono di Monaco segue il criterio della successione agnatica (o semi-salica).

Le norme che la regolano sono gli articoli 10 e 11 della Costituzione monegasca, secondo le modifiche apportate dalla legge n. 1249 del 2 aprile 2002[1]. Tali articoli contemplano anche il ricorso, in caso di bisogno, agli Statuti della Famiglia sovrana stabiliti per ordinanza sovrana.

Nel Principato di Monaco il figlio maggiore di sesso maschile del principe regnante eredita il trono, o la maggiore di sesso femminile in mancanza di eredi maschi. Nel caso in cui il principe regnante muoia senza prole, la successione passa attraverso i suoi fratelli e i loro discendenti legittimi utilizzando la stessa preferenza maschile. Se un potenziale successore muore o rinuncia, la linea di successione continua, passando comunque ai suoi discendenti.

Se queste regole non riescono lo stesso a identificare un erede, un consiglio di reggenza assume il potere fino a che il consiglio della Corona non sceglie un nuovo principe regnante fra i più lontani parenti di Casa Grimaldi. Solo le persone di nazionalità monegasca sono ammissibili alla successione.

I figli dei reali non sposati non sono ammissibili alla successione, a meno che i loro diritti alla linea di successione al trono non vengano legittimati con un matrimonio postumo, come nei casi di Louis (1992) e Pauline Ducruet (1994), figli di Stéphanie di Monaco e Daniel Ducruet, sposati con rito civile a Monaco il 1º luglio 1995, o di Balthazar Rassam (2018), figlio di Charlotte Casiraghi e Dimitri Rassam, sposati il 1º giugno 2019 con rito civile a Monaco.

Linea di successione

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La linea di successione del Principato di Monaco è la seguente:

Legenda:

  • : simbolo di un sovrano precedente.
  • : simbolo del sovrano regnante.
  1. ^ Loi n° 1.249 du 2 avril 2002 portant révision de la Constitution du 17 décembre 1962[collegamento interrotto], in «Journal de Monaco. Bullettin officiel de la Principauté», n. 7541 del 5 aprile 2002 - URL consultato il 27 luglio 2015

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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